lunedì 23 gennaio 2017

BRIOCHE MOUSSELINE DI CONTICINI per il THE RECIPETIONIST di gennaio



Cosa significa "casa nuova", da voi?
Ambienti nuovi, aria nuova, vita nuova?
Scatoloni da sistemare, buoni propositi da osservare, cassetti da mantenere in ordine, perche' questa volta col cavolo che mi faccio fregare di nuovo da fili, elastici, scontrini, biglietti da visita di sconosciuti e via dicendo?
Oppure significa esplorare i dintorni, conoscere i negozianti, farsi coraggio e bussare alla porta dei nuovi vicini, sperando che non si chiamino Rosa e Olindo e possano magari diventare nuovi amici?
Da me, nulla di tutto questo.
Certo, gli scatoloni ci sono, i buoni propositi pure- e ci sono anche i negozi nuovi da visitare, le nuove strade da percorrere, i vicini da riconoscere (al momento li abbiamo divisi in categorie, "occidentali al piano di sotto, indiani i dirimpettai, asiatici quelli di fronte", ma confido che prima o poi abbiano un nome)
Ma da quando sono in grado di intendere e di volere, a qualsiasi latitudine mi trovi, ogni trasloco per me ha lo stesso significato delle minacce che incombono, come le nuvole piene di pioggia quando si addensano all'orizzonte.
Perche' "casa nuova" significa essenzialmente "forno nuovo".
E su questa, potete sciogliervi in lacrime.


La volta scorsa, sono stata fortunata.
Anzi, cosa-dico-fortunata.
Sono stata benedetta dalla sorte, baciata in fronte e a lungo e in ogni dove dalla dea delle casalinghe che ha deciso, in quell'unico frangente, di dotarmi di un forno docile e non bisognoso di addomesticamento. Una specie di anima gemella, insomma, con cui e' stato amore a prima vista.
Ed e' stato un amore eccellentissimo, altissimo e fecondissimo, una roba da "il mio amato e' mio e io son sua", che si e' tradotto in una produzione continua, per la felicita' di amici, vicini e negozianti tutti, mr Caputo in primis visto che mai nella storia di Singapore si son registrati picchi di vendita cosi alti delle sue farine, prima che  questo idillio nascesse,
Ma adesso, le cose sono cambiate.
E- temo- non in meglio.


Intanto, il maledetto e' nuovo.
Come la casa, direte voi.
Sicuro, rispondo io.
Con la differenza che la casa, pero', quando la apri non puzza.
Mentre il forno nuovo, ahime', si.
E pure forte e chiaro e ben distinto.
Dalla cucina a Sentosa, senza soluzione di continuita'.

All'inizio, ho pensato di averci lasciato dentro qualcosa.
Per cui, apri lo sportello, rischia ustione di primo grado per tastare all'interno, mettici la testa dentro per vedere meglio, fuoriesci che sembri Caparezza truccato da Donatella Versace, giusto in tempo per accorgerti che bastava schiacciare un pulsantino per accendere la luce interna- e solo per tornare a mani vuote - e pure pericolosamente tendenti al bordeaux.
Allora, passo alla teoria e cerco il libretto delle istruzioni.
Che dedica proprio alla puzza del forno il primo capitolo, parlandone in termini rassicuranti e quasi consolatori.
"non preoccupatevi dell'odore: e' segno che il forno e' nuovo", conforta la prima riga.
"Lasciatelo svanire naturalmente e dopo dedicatevi ad infornare cio' che piu' vi piace", prosegue la seconda.
Per cui obbedisco, cambio stanza e aspetto li.
Almeno fino a quando il marito rientra a casa e, annusando l'aria, chiede gentilmente se per cena c'e' un cadavere.
Al che, inforno- e come va, va.


Malissimo non e' andata, ad essere sinceri, anche perche' uno normale non fa una prima prova con una brioche mousseline, che e' una delle robe piu' difficili da cuocere dell'universo mondo- e meno che mai la fa dopo aver tenuto acceso il forno per tre ore di fila. Hai voglia a stupirsi se dopo neanche 10 minuti c'era odore di bruciato. E hai voglia anche a distinguerlo, fra i miasmi generali. 
Ma uno normale non vive con l'urgenza del The Recipe-tionist, no? :)


Stavolta tocca a Patty di Andante con Gusto e prevedo pioggia di ricette, anche da parte mia. Il suo e' uno dei blog piu' belli dell'universo web e anche se lo seguo con costanza, e' da quando Flavia ha svelato il vincitore del suo contest che appunto ricette su ricette. Anzi, a dirla tutta mi son pure pentita, di aver iniziato con un pan brioche che suo non e', ma ho qui pronti gli ingredienti per il piatto successivo e per quello dopo ancora. 
E comunque, abbronzatura a parte, questa brioche e' una figata solenne: non mi stupisco del fatto che Patty l'abbia definita meravigliosa perche', modestamente, lo e'.  L'ho aromatizzata con dell'acqua di fiori d'arancio, invece che con la vaniglia, seguendo per il resto le dosi e il procedimento descritti benissimo qui
Mi limito solo ad una nota, in previsione di eventuali correttori (che da me, chissa' come mai, arrivano sempre): la forma classica della mousseline e' un'altra, perche' questa, propriamente e' una Nanterre. Si tratta delle solite masturbazioni mentali dei pasticceri, su cui ho perso sonno e sistema nervoso all'epoca di Dolci Regali. Gia' allora, in mancanza dello stampo adatto, avevo usato una lattina. Adesso, ho seguito le indicazioni di Patty&Conticini- un duo che chiude la bocca a qualsiasi eventuale "non si fa cosi". E te la fa aprire per scofanarsi questo pan brioche fino all'ultima briciola...

Con questa ricetta partecipo al The Recipe-tionist di Gennaio Febbraio, organizzato da Elisa Baker, del blog Cuocicucidici