lunedì 25 agosto 2014

TORTA SENZA: SENZA FARINA, SENZA LIEVITO, SENZA FRUSTE, SENZA LUCE, SENZA CONNESSIONE E PURE SENZA...





il soggetto della foto. 
Che, a ben pensarci, è la prova migliore della bontà di questa torta nata come un ripiego, dopo che un fulmine si è abbattutto sulla centralina del Masonshire, all'indomani dell'apertura di questo blog e della promessa solenne con cui mi impegnavo a festeggiare il ritorno a casa della creatura con quegli orribili tortini al cioccolato dal cuore morbido, che lei ama tanto quanto sua madre detesta. 
Li detesto al punto da non aver mai memorizzato non dico la ricetta per intero, ma neppure una vaghissima sembianza di ingredienti-dosi-procedimenti, quel tanto che basta per cavarsela anche in situazioni di emergenza come quella dell'altra sera.
Quelle in cui il solito mantra - "intanto, c'è internet"- non poteva funzionare. 
E così, sono passata al piano B, vale a dire la  solita vagonata di libri e riviste che mi segue ovunque vada, un po' come le nuvolette di polvere dell'amico della Van Pelt.
 Ma di tortini, nessuna traccia. 
L'unico tenue filo di speranza era legato ad una non ben precisata "Chocolate French Cake" che, a occhio, poteva sembrare una via di mezzo fra la Tenerina e 'sti benedetti tortini. 
Per cui, mi son messa all'opera e, nell'ordine: 
1. ho dimenticato la farina: nella ricetta originale ci va. Poca, grosso modo un cucchiaio, ma c'è. E quindi, ecco soddisfatto il requisito del senza farina.
2. ho provocato un corto circuito con la spina delle fruste elettriche che, come in tutte le torte senza lievito, dove è importante incorporare aria, sono l'unico attrezzo veramente fondamentale. Ergo, senza fruste.
3. ho proseguito al buio ( ovvero: senza luce), assemblando ingredienti alla cieca (e mai metafora fu più azzeccata), benedicendo la buona stella che, una tantum, mi aveva indotto a pesarli prima del disastro. 

Alla fine, è venuta fuori una torta di gran lunga superiore alle aspettative, sia quelle contingenti, sia quelle generali: prova ne è che in 4 semplici mosse la creatura ha dato scacco al dolce, chiedendo scusa ad ogni morso "ma una torta così buona, mamma, non l'hai mai preparata". 
Ragion per cui, in barba alla connessione che non c'è e alla programmazione che ci sarebbe anche stata, pubblico immediatamente la ricetta qui sopra, togliendomi subito l'obbligo del contributo alla "cucina del senza" che imperversa da qualche tempo a questa parte. Anche perchè più "senza" di così...




FRENCH CHOCOLATE CAKE

per 6 persone

115 g di cioccolato fondente, a pezzetti
55 g di burro, a pezzetti
3 uova medie, tuorli e albumi
85 g di zucchero semolato
un pizzico di sale
alcune gocce di estratto di vaniglia
20 g di farina
zucchero a velo per decorare


stampo a cerniera del diametro di 18 cm, rivestita di carta da forno, leggermente unto
forno: modalità statica, 180°C

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e, appena inzia a sciogliersi, aggiungete il burro a pezzetti, mescolando finchè non si è sciolto completamente anch'esso. Togliete dal bagnomaria e fate intiepidire. 

Nel frattempo, in una terrina piuttosto capiente, montate i tuorli con lo zucchero fino a quando saranno soffici e spumosi: a questo punto, versate il cioccolato e il burro fusi nel composto montato e amalgamate con delicatezza, con un cucchiaio di metallo. Unite le gocce di vaniglia e mescolate.

Setacciate la farina ed il sale e  incorporateli delicatamente al composto. 

Montate immediatamente gli albumi e incoroporate anch'essi al composto, in tre tempi, mescolando dal basso verso l'alto, per evitare che il composto smonti. 

Versare tutto nella teglia ed infornare in forno caldo per 25 minuti. La torta gonfierà e formerà una crosta sottile, durante la cottura, che si creperà e si affloscerà appena fuori dal forno.

Lasciate raffreddare nello stampo per una decina di minuti, poi sformate, rovesciando delicatamente la torta sul piatto da portata. Eliminate con altrettanta delicatezza la carta da forno, spolverate con zucchero a velo e servite. 


  • Ho usato uno stampo a cerniera quadrato, di 18 cm per lato, quindi più grande di quello previsto: la torta è venuta comunque piuttosto alta, circa 2,5 cm. La cottura è stata leggermente inferiore (circa 20 minuti)
  • Non ho oliato la carta da forno, ma ho versato direttamente l'impasto
  • Il cioccolato era un buon fondente, al 60% di cacao. Se preferite un gusto più cioccolatoso, aumentate la percentuale
  • La consistenza senza farina era accettabile: tutte le operazioni che iniziano con "delicatamente" sono state svolte senza nessun problema
  • La "traduzione" nel linguaggio del senza glutine è agevole, visto che si tratta di sostituire una quantità esigua di farina, in un impasto che cresce solo grazie all'aria che incorpora durante la lavorazione
  • L'unico segreto/difficoltà per la buona riuscita di questo dolce è mantenere la massa montata, specialmente quella degli albumi: incorporateli poco alla volta, con un po' di pazienza, con il solito movimento dall'alto verso il basso e ruotando il recipiente di 45° ogni volta (faccio prima a farvi vedere come si fa...)


  • agli amanti del cioccolato, senza esclusione
  • a chi è intollerante ai lieviti
  • a chi ha poco tempo
  • a chi è alle prime armi: munitevi di un paio di fruste elettriche e non ce ne sarà per nessuno. 

  • trattandosi di una torta dalla consistenza morbida, può chiudere alla grande una cena. 
  • servitela già porzionate, nei piatti da portata, tagliata a fette triangolari o a quadrati, accompagnata con una pallina di gelato alla vaniglia- per gli astemi- o al whisky o al caramello salato.
Sybil Kapoor, Simply Baking- National Trust- Uno dei milioni di motivi per cui amo il popolo britannico si chiama National Trust: è l'equivalente del nostro FAI, con la non lieve differenza che le sezioni locali lavorano con una maggiore presenza sul territorio, gestendo piccoli negozi e organizzando perio Uno dei milioni di motivi per cui amo il popolo britannico si chiama National Trust: è l'equivalente del nostro FAI, con la non lieve differenza che le sezioni locali lavorano con una maggiore presenza sul territorio, gestendo piccoli negozi e organizzando periodicamente tè di beneficenza. Inevitabile che si sviluppasse anche un'editoria gastronomica di spessore che contempla ancheil recupero di ricette antiche, inserite a buon diritto nel patrimonio da tutelare. Altrettanto inevitabile che tutti questi libri appesantiscano gli scaffali delle librerie della sottoscritta, compreso l'ultimo nato da cui è stata tratta questa ricettadicamente tè di beneficenza. Inevitabile che si sviluppasse anche un'editoria gastronomica di spessore che contempla ancheil recupero di ricette antiche, inserite a buon diritto nel patrimonio da tutelare. Altrettanto inevitabile che tutti questi libri appesantiscano gli scaffali delle librerie della sottoscritta, compreso l'ultimo nato da cui è stata tratta questa ricetta.




questa ricetta è stata rifatta da
Manuela
Gianni (con namelaka- qui la versione all'arancio)
fate un giro da loro, per i loro suggerimenti!